PIENZA NASCOSTA

locandinaMOSTRA FOTOGRAFICA

PIENZA

NASCOSTA

Immagini di luoghi sconosciuti nelle architetture pientine

PIENZA (SI) – PALAZZO PICCOLOMINI

23 DICEMBRE 2014 – 6 GENNAIO 2015

Nel trentesimo anniversario della nascita del Gruppo Fotografico Pientino la tradizionale Mostra di Natale ha come oggetto immagini della Pienza “nascosta”. Abbiamo cercato di raccontare luoghi che, pur facendo parte del complesso architettonico cittadino, sono difficilmente visibili o visitabili e che pertanto restano sconosciuti ai più. Tra i soggetti scelti vengono proposti anche due luoghi che il Gruppo aveva già “immortalato” con proprie mostre nel 1997 (Le Gallerie del Duomo di Pienza) e nel 1998 (Il Romitorio) ma che meritano di essere riproposti insieme ad altri soggetti inediti. Tra questi spiccano sia le volte del Duomo – con le inaspettate strutture lignee di supporto alle sottostanti volte a crociera – sia le cantine di Palazzo Piccolomini, aperte ai pientini fino agli anni Settanta ma oggi pressochè dimenticate. Di particolare suggestione è l’affaccio che da esse si gode sul grande e profondo cilindro del pozzo di Piazza PIO II. Anche le immagini delle sottostrutture del Giardino Pensile dello stesso palazzo tornano, dopo la mostra di architettura del 2001, con nuovi scatti. Seguono foto inedite dell’interno del deposito dell’acquedotto pubblico e della torre comunale dell’orologio.
Accompagna la mostra il catalogo delle immagini, integrato con brevi descrizioni dei luoghi e alcune immagini aggiuntive che non hanno trovato posto nelle sale espositive.
Il Gruppo ringrazia tutti gli Enti che hanno permesso l’accesso alle strutture fotografate; in particolare la Società Esecutori di Pie Disposizioni in Siena, proprietaria di Palazzo Piccolomini (che ha concesso anche le sale espositive), la Fabbriceria della Chiesa Cattedrale di Pienza, la famiglia Moricciani per il Romitorio, l’Acquedotto del Fiora Spa, il Comune di Pienza.
Si ringraziano altresì la Banca Cras – Credito Cooperativo di Chianciano Terme-Costa Etrusca-Sovicille, la Fondazione Conservatorio San Carlo Borromeo ed il Comune di Pienza per il costante supporto economico dato all’intera attività del Gruppo, nonché tutti i soci sostenitori.

La mostra, ad ingresso gratuito, seguirà gli orari di apertura del Palazzo Piccolomini (da MARTEDI’ a DOMENICA 10,00-16,30 – Chiuso tutti i LUNEDI’. Il 25 Dicembre ed il 1 Gennaio apertura 14,00-18,00). Durante l’apertura sarà possibile acquistare i volumi editi dal Gruppo nel corso degli anni.

Scala interna al deposito dell'acqua pubblica

Scala interna al deposito dell’acqua pubblica

Torre dell'orologio, interno

Torre dell’orologio, interno

Volte del duomo, navata centrale

Volte del duomo, navata centrale

IL PESO DELLE IMMAGINI NELL’INFORMAZIONE

Iniziamo la pubblicazione nel sito del Gruppo di articoli di stampa sul tema della fotografia e dell’immagine, che – speriamo – incontreranno l’interesse dei nostri lettori. Iniziamo con un articolo tratto dal Sole24ore sull’importanza delle immagini nell’informazione.

La visualizzazione oltre l’infografica

L’informazione diventa visuale: il dato si fa rappresentazione per individuare un fatto e costruire una storia

Paolo Ciuccarelli
Per l’informazione e l’editoria questa è l’epoca del visuale: lo sviluppo tecnologico ha aperto una breccia nella fortezza delle parole e dei numeri e ha permesso al l’onda delle immagini di erodere progressivamente gli argini fino a dilagare. Dalla timeline di Facebook al susseguirsi delle operazioni di redesign delle pagine online e offline dei quotidiani, l’immagine e l’audiovisivo guadagnano sempre più spazio, e sono per molti lettori la prima – a volte l’unica – modalità di accesso al racconto del mondo. Si ha ogni tanto la sensazione di una sovrabbondanza, cui non corrisponde necessariamente una crescita della ricchezza di senso.
C’è un’area dell’informazione in particolare in cui l’immagine sta penetrando molto in profondità, cambiando radicalmente sia la modalità di rappresentazione dei contenuti sia il processo di individuazione e costruzione del contenuto stesso. È il giornalismo “guidato dai dati” (Data Driven Journalism), in cui il giornalista si confronta con le opportunità e i limiti della grande disponibilità di dati digitali – dagli Open data ai flussi in tempo reale dei social media, dai testi storici digitalizzati fino alle immagini stesse – e con l’accessibilità diffusa degli strumenti per organizzarli e trattarli, anche visualmente.
È qui che stanno emergendo i caratteri della visualizzazione dei dati del futuro, capace di sintetizzare un fenomeno stilizzandolo e tratteggiando gli elementi fondamentali e le loro relazioni, per far emergere quel pattern che la nostra mente cerca ogni volta che vuole capire. Una rappresentazione che si emancipa dal ruolo ancillare della foto o dell’infografica (che accompagnano e completano il testo) per diventare prima strumento di ricerca e produzione per il giornalista – che può esplorare e analizzare attraverso la visualizzazione grandi quantità di dati eterogenei – e poi, sempre più spesso, anche fulcro della narrazione.
I due livelli di azione – strumento di analisi e modalità narrativa – li dovremmo ritrovare, invertiti, anche nel rapporto con il lettore: la visualizzazione deve saper attrarre e contestualizzare prima, fornendo una panoramica del fenomeno, sorprendendo ed emozionando anche, per aprire poi la possibilità di analizzare più in profondità, tornando anche a ritroso verso il dato, sui passi di chi ha costruito la narrazione. Un doppio livello di lettura facilitato dalla natura digitale dei dati e dalla possibilità di interagire con essi, che dovrebbe però essere proprio anche delle visualizzazioni statiche pensate per i supporti cartacei.
Il «Data Journalism Handbook» di European Journalism Centre e Open Knowledge Foundation dice anche che devono essere sempre soddisfatte due diverse tipologie di lettori: la visualizzazione dovrebbe essere facile da comprendere a colpo d’occhio per i lettori che navigano la superficie, ma anche complessa abbastanza da offrire un approfondimento interessante per i lettori più motivati. A questi caratteri bisogna aggiungere che il testo, quello scritto, non è morto, anche se spesso sembra non stare tanto bene: è difficile costruire un’efficace esperienza visuale del dato senza ricorrere ad annotazioni, etichette, piccoli testi di sintesi che contestualizzano l’apparato visuale; un po’ più marginale, il testo, ma ancora necessario.
Le visualizzazioni del genere sopra descritto sono sempre più comuni, e a questi casi virtuosi La Vita Nòva (il magazine per tablet del Sole 24 Ore scaricabile da oggi, ndr) dedica la gallery che accompagnerà ogni numero. Rimangono da affrontare alcuni nodi ancora irrisolti, particolarmente importanti per una visualizzazione che voglia portare agli occhi di un pubblico largo temi e fenomeni complessi, per stimolarne la consapevolezza e muovere eventualmente all’azione: l’esigenza di sviluppare un linguaggio capace di preservare e comunicare le sfumature e i tratti incerti che caratterizzano soprattutto i fenomeni sociali; la fuoriuscita dai dispositivi cartacei o digitali per calarsi nel contesto, diventare presenza fisica là dove il dato può acquisire più senso, in mezzo alla gente, negli spazi pubblici come in quelli domestici, nell’installazione artistica come nella visualizzazione dei dati ambientali; la necessità di raccontare il percorso dietro la scelta o la definizione di quel dataset e la costruzione di quella specifica rappresentazione, perché se è vero che è facile mentire con i dati e la loro rappresentazione visuale, l’antidoto migliore è rendere evidenti anche i processi e i metodi, non solo il risultato.
Come per altre discipline che stanno affrontando la transizione anteponendo cautelativamente il prefisso “digital” o il suffisso “computational” alla dicitura canonica (come le Digital Humanities o la Computational Sociology) arriverà il giorno in cui non ci sarà più bisogno di anteporre il “data driven” al giornalismo: sarà prassi normale tanto la relazione costruttiva con il dato quanto la sua rappresentazione visuale, per individuare un fatto, per costruire una storia, per condividere la propria opinione.
Paolo Ciuccarelli è direttore scientifico di Density Design – Politecnico di Milano
FONTE: Il Sole24ore

MOSTRA DI NATALE 2014: lavori in corso

logo_30_gfpI soci che hanno partecipato alla campagna fotografica sul tema 2014 (Pienza Nascosta) si ritroveranno martedi 7 presso la sede per la prima selezione delle foto.  La mostra si terrà a Palazzo Piccolomini dal 22 dicembre al 6 gennaio grazie alla concessione delle sale di piano terra da parte della Società Esecutorio Pie Disposizioni.

Nell’occasione della mostra sarà presentato anche il catalogo, con testi e foto (anche non comprese nella mostra) legate ai luoghi più reconditi dei monumenti pientini.

volte del duomo

 

GIARDINI IN VAL D’ORCIA

copertina
Dopo la felice esperienza della pubblicazione 2005 dal titolo “Alle origini di Pienza”, il Gruppo Fotografico
Pientino presenta il suo nuovo lavoro che ha per tema i giardini storici della Val d’Orcia.
Si tratta di una ricerca fotografica sui principali giardini e aree a verde all’interno dei cinque comuni del Parco Artistico, Naturale e Culturale della Val d’Orcia è cioè Castiglione d’Orcia, Montalcino, Pienza, Radicofani e San Quirico d’Orcia il cui territorio è entrato a far parte del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 2004.
Il giardino ha da sempre rappresentato il luogo del riposo, uno spazio in cui l’uomo “addomestica” la natura per il proprio piacere, il punto di incontro tra il “dentro” della dimora ed il “fuori” degli spazi aperti; un confine che in Val d’Orcia è assai labile ma che proprio per questo rende ancora più interessanti i vari tentativi di ricostruire piccoli angoli di paradiso accanto alle proprie dimore.
Non ha caso l’introduzione è stata scritta dal Prof. Ugo Sani, Presidente del Centro Studi per il Paesaggio ed il Giardino – Fondazione Alessandro Tagliolini, istituzione da poco nata per volontà dei cinque Comuni, delle Soprintendenze e della Comunità Montana dell’Amiata – Val d’Orcia; il paesaggio e il giardino quali beni da tutelare, da studiare e da preservare nell’interesse di quanti vivono in Val d’Orcia e di quanti vogliono visitarla e godere del grande patrimonio. Questo nostro lavoro vuole avere come scopo principale quello della documentazione grazie all’uso della fotografia; non è una ricerca storica e non ha l’ambizione di avere una valenza scientifica ma vuole svolgere un ruolo divulgativo e magari una azione di stimolo per quanti amano l’argomento proposto e per quanti vogliono approfondirne i tanti motivi di interesse.
Per questo le immagini sono accompagnate solo da brevi testi introduttivi, spesso non esaustivi e non in grado di fornire tutte le necessarie informazioni storiche, botaniche, architettoniche e urbanistiche che dovrebbero accompagnare un lavoro completo.Inoltre è possibile che alcuni giardini non abbiano avuto il giusto spazio o che non sia stato possibile accedervi per l’indisponibilità della proprietà,per la sopravvenuta trasformazione del luogo
o altri motivi;di questo ce ne scusiamo con il proposito di portare avanti l’attività di  documentazione nei prossimi anni.
Al termine del proprio lavoro il Gruppo Fotografico Pientino ringrazia quanti hanno resto possibile questa pubblicazione; il Comune di Pienza ed il Conservatorio San Carlo Borromeo che da sempre appoggiano la nostra Associazione, la Dott.ssa Maria Mangiavacchi, il Prof. Ugo Sani e il Prof. Francesco Dondoli per i preziosi consigli e i testi forniti, l’Arch.Rosa Maria Trentadue per i disegni, gli sponsor che hanno contribuito sensibilmente a coprire i costi di stampa e tutti quei proprietari dei giardini privati che hanno messo a disposizione il loro patrimonio, collaborando fattivamente con i fotografi fornendo anche alcune immagini e testi per completare la ricerca.

Umberto Bindi
Presidente del Gruppo Fotografico Pientino

IMGP0390IMGP0316IMGP2760

ALLE ORIGINI DI PIENZA

manifestoWEB2005ALLE ORIGINI DI PIENZA
Testimonianze medievali dall’antica Corsignano

L’appuntamento annuale che il Gruppo Fotografico Pientino dedica a Pienza ed al suo territorio ormai da 20 anni è stato trasformato nel 2005 nella pubblicazione “Alle origini di Pienza”.
E’ stata abbandonata – almeno momentaneamente – la tradizione delle mostre fotografiche per presentare i lavori del Gruppo in una forma che, pur sacrificando dimensioni e suggestioni degli ingrandimenti fotografici, ha il pregio di andare oltre la durata di una esposizione.
Per il 2005 l’attenzione si è concentrata sui resti e sulle testimonianze architettoniche della Corsignano medievale, prima che il sogno umanista di Pio II desse vita alla Pienza rinascimentale. La scelta non è casuale; quest’anno infatti ricorre il sesto centenario dalla nascita di Enea Silvio Piccolomini, che, nella sua cittadina, anticipò di almeno trenta anni la fine del medioevo, convenzionalmente fatto coincidere con l’anno della scoperta dell’America.
Nella pubblicazione proposta, ad una breve ma necessaria introduzione storica, seguono immagini dal chiaro intento documentativo, accompagnate da didascalie e disegni che aiutano nella comprensione di quanto fotografato. Il lavoro non vuole essere completo ed esaustivo; l’argomento – che ha già visto impegnati tanti studiosi e laureandi – merita di essere ulteriormente approfondito. Il Gruppo Fotografico vuole solo aggiungere un altro tassello all’affascinante opera di comprensione della “città utopia”. Il Gruppo Fotografico ringrazia il Comune di Pienza, il Conservatorio San Carlo e la Banca di Chianciano Terme – Credito Cooperativo Val d’Orcia Amiata per il sostegno dato.
La presentazione del volume avverrà sabato 24 dicembre 2005 alle ore 16.30, presso la sala convegni comunale, preceduta da una videoproiezione fotografica.

copertinaE’ possibile scaricare un e-book in formato .pdf della pubblicazione al seguente indirizzo
CENTRO STUDI PIENTINI – PUBBLICAZIONI

Opere consorzio bonifica valdorcia anni ’30 (1992)

manif docum bonifica valdorciaLa mostra del 1992 ha come oggetto le riproduzioni fotografiche delle immagini dell’archivio del Consorzio di bonifica della Val d’Orcia e di documenti relativi ai lavori, alla costruzione di poderi, ponti, strade e opere civili connesse con il miglioramento fondiario e sociale della valle. I lavori furono inziati negli anni venti e furono interrotti con l’avvicinarsi della guerra.

02.campagna_7g-141

IN RICORDO DI RENATE

web4Il Gruppo Fotografico Pientino esprime il proprio cordoglio per la scomparsa dell’amica RENATE KREYSING, fotografa appassionata, pientina di adozione, profondamente innamorata della nostra città e della Val d’Orcia, dei paesaggi e della loro luce.

Sono ancora nel ricordo di tanti amanti della fotografia i suoi DIAPORAMA proiettati nella sala convegni con bellissime immagini, non solo della Val d’Orcia, ma anche di altre zone (come Sorano e Pitigliano, Castelluccio di Norcia, il Chianti).

Diaporama

Una delle locandine realizzate in occasione delle proiezioni in DIAPORAMA di Renate Kreysing

Il Gruppo su unisce alla famiglia e agli amici pientini che l’hanno conosciuta e a quanti hanno ammirato i suoi lavori fotografici per ricordarne l’affezione per Pienza, il carattere forte e deciso ma sempre rispettoso degli altri e la grande passione per le belle immagini.

 

Feste popolari e Manifestazioni Tradizionali (1996)

web5Dalla Festa dei Fiori alla Fiera del Cacio, passando per la Fiorata del Corpus Domini fino alla partenza del Giro d’Italia. Il Gruppo ha documentato negli anni tutte le principali manifestazioni e feste riproponendo nella mostra del 1996 le immagini più significative e suggestive.

web2

Piazza Pio II durante il gioco del Cacio al Fuso (Fiera del Cacio)

STAGIONI – fotografie in Val d’Orcia (2004)

La mostra che il Gruppo Fotografico Pientino propone per il 2004 raccoglie gli scatti fotografici delle stagioni valdorciane. Un tema caro a molti fotografi e molti turisti che si sono cimentati, magari proponendo lo stesso scatto in stagioni diverse, nel rappresentare un angolo di Val d’Orcia.

Madonna di Vitaleta- Gennaio

Madonna di Vitaleta- Gennaio

Madonna di Vitaleta - Maggio

Madonna di Vitaleta – Maggio